L’unità rafforza
la buona Politica
Considerazioni sulla
settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
Si è aperta l’annuale settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Un punto ormai fisso della pastorale ecclesiastica e un obiettivo primario a cui la Chiesa guarda come a un traguardo da conseguire, tanto più significativo nel processo di globalizzazione in atto.
Anche Insieme, il partito fondato nell’ottobre scorso e ora in piena fase costituente, ha tra i suoi obiettivi primari la ricomposizione più ampia possibile delle molteplici esperienze fatte da Movimenti, Associazioni e Partiti cristianamente ispirati, nel solco della tradizione del Popolarismo sturziano. Con lo scopo di elaborare una proposta programmatica comune, aperta all’apporto di tutte le persone “di buona volontà”, credenti e non credenti.
Molti cristiani sono diffidenti e titubanti di fronte all’impegno politico. Ma in una fase come questa, dove le difficoltà e le sofferenze delle persone raggiungono livelli di guardia, lo stare alla finestra, con le mani in mano, non corrisponde all’essenza del messaggio evangelico e alle sollecitazioni all’impegno nella Città dell’Uomo che arrivano dal Magistero di papa Francesco. E neppure possono esprimersi singolarmente o in modo frastagliato, pena la loro irrilevanza, così evidente negli ultimi decenni. La tensione a un impegno politico condiviso non può che ritenersi coerente anche verso una rinnovata testimonianza del principio di fraternità.
Ma più uniti per promuovere che cosa? Anche su questo versante indichiamo due priorità.
La prima va individuata nella lotta senza quartiere al tema della povertà. Le disuguaglianze, anche per l’emergenza Covid ma non solo, stanno aumentando; ci sono interi Stati che corrono il rischio di essere risucchiati nell’inferno della povertà, mentre altri – quelli più ricchi, come l’Italia – vedono il progressivo impoverimento di ampie fasce della popolazione, quella che un tempo si definiva “la classe media”. La povertà non va confinata nel recinto della mera assistenza, ma va assunta come una vera e propria categoria economica. Alla stessa stregua della categoria della sostenibilità o della crescita. E pertanto va aggredita con scelte politiche adeguate, a tutti i livelli: locale, nazionale, europeo e globale.
La seconda che riporti in prima linea la corretta declinazione del principio di libertà, visto che la sua esasperata e distorta declinazione individualista ha mandato in cortocircuito tutto l’Occidente. Il corretto principio non si esplicita solamente nel “non intaccare la libertà dell’altro”, ma prevede che la libertà personale si realizza compiutamente solo quando sa esaltare la piena affermazione della libertà di chi ti sta vicino. Ciò significa passare dalla cultura dei “diritti individuali” a quella dei “diritti sociali”. Ricordando sempre che la libertà deve saper crescere e accompagnare le scelte di ciascuno dentro un vissuto legato ai doveri e alla responsabilità.