La Direzione nazionale di INSIEME, rinnova la ferma condanna per l’invasione russa dell’Ucraina e per i crescenti indiscriminati attacchi alla persone più vulnerabili (donne, bambini, anziani). Così facendo, la Russia ha portato la guerra nel cuore dell’Europa con il suo carico di sangue, la drammatica perdita di tantissime vite umane, ed inflitto un duro colpo alle regole della convivenza civile tra gli stati e garantiti da quelle regole internazionali che per nessuna ragione possono essere violate da alcuno.
 Siamo consapevoli che non si tratta di una guerra del popolo russo contro quello ucraino, bensì di un’invasione freddamente decisa da un gruppo dirigente, totalmente dipendente dal Presidente Vladimir Putin, con il convincimento che una violenta azione militare fosse sufficiente per dividere gli ucraini, l’Europa e l’Occidente. Così non è stato. Anzi l’invasione ha costituito l’occasione per la riscoperta comune di quei valori di libertà e di democrazia sui quali i popoli europei avevano proprio bisogno di ritrovarsi in maniera ferma e condivisa.
 INSIEME crede nella Pace ed auspica che sia possibile attraverso il confronto giungere ad una soluzione del conflitto senza accontentarsi di una semplice sospensione delle operazioni militari, per quanto questa sia assolutamente indispensabile sia come passo diplomatico per favorire le trattative, sia per alleviare le sofferenze di milioni di persone costrette a lasciare le proprie case.
Non crediamo, infatti, che si possa e si debba puntare a risolvere la disputa solamente sul piano militare perché, come dimostra il fallimento dell’accordo di Minsk del 2014, si deve avere il coraggio e la forza di andare alle cause più profonde che continuano a rendere estremamente critiche le relazioni tra la Russia e l’Ucraina. Questa deve infatti restare integra ed essere rispettata come entità statale specificamente connotata e pienamente in grado di decidere il proprio futuro.
 Guardando oltre le vicende belliche di questi giorni, che ci auguriamo possano concludersi al più presto e con il numero minore possibile di danni e di vittime, siamo consapevoli che la Pace si raggiunge costruendo la Pace.
 In questo senso facciamo nostre le riflessioni sulla possibilità che si torni a ragionare sulla necessità, prospettata da san Giovanni Paolo II, di lavorare per la creazione di un’Europa che vada da Lisbona a Mosca. Questo significa lavorare in modo che anche la Russia riconosca la propria vocazione europea che non è mai mancata nella lunga storia politica, ma anche in quella della cultura, dell’arte e della letteratura russa.
 Bisogna dunque, allora, anche se questo richiederà pazienza e tempo, ricreare quelle condizioni che consentano di parlare nuovamente di cooperazione economica e sociale in tutto il continente europeo e fare sì che in questo contesto si creino le vere garanzie per assicurare all’Ucraina di restare, in maniera duratura, Paese integro, autonomo e pienamente libero da ogni minaccia o rischio di aggressione.
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