Per accedere al Quaderno 1 “Innovazione e ricerca”, CLICCA QUI

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Di seguito la presentazione dei due lavori da parte di Roberto Pertile, Coordinatore del dipartimento di Politiche industriali di INSIEME

 

La politica industriale si trova ad operare in un contesto di forte responsabilità sociale e di rafforzamento della democrazia sostanziale.

Le coordinate geopolitiche hanno ricevuto un’accelerazione nei loro processi di cambiamento o di aggiustamento degli equilibri internazionali, che possono compromettere non solo le libere dinamiche dei mercati, ma anche gli assetti istituzionali.

Gli USA hanno, di fatto, abbandonato i sogni imperiali di prima e unica potenza mondiale. La Cina, nel lungo periodo, ha i numeri per agganciare gli Stati Uniti. La Russia di Putin vuole tornare ai rapporti di forza militare esistenti prima del crollo del muro di Berlino. L’Alleanza Atlantica ha ampliato la sua sfera di influenza. Da qui, il nuovo scenario politico in di venire.

La geopolitica è fatta di rapporti di forza. Per cui, sono in atto attacchi alla supremazia occidentale e al suo modello di società. Pechino mira ad intaccare la supremazia del dollaro e dei sistemi di pagamento dollarocentrici.

Tuttavia, il punto di accelerazione dei processi è la Russia con la sua politica estera di tipo imperiale, vecchio stampo, sovrastimata rispetto alle sue risorse economiche. Basti pensare che ha un PIL inferiore a quello italiano.

La mossa russa ha provocato aumenti dei costi di produzione e di distribuzione (in particolare quelli della logistica), che mettono in moto azioni e reazioni nei sistemi produttivi mondiali che possono configurare una nuova geografia dei mercati (dagli agroalimentari agli approvvigionamenti di energia, tradizionale e verde). Incrementi che colpiscono tutti i players, occidentali e orientali. Anche in Cina, che è la più grande consumatrice di energia, non si può sopportare a lungo un costo così alto dell’energia, che sta provocando aumenti nei prezzi dei prodotti finali con la perdita di competitività del sistema produttivo cinese. Per altre economie, aumentano le materie prime oppure i semilavorati; per altre, i prodotti alimentari, e così via. Tutto il sistema è messo in tensione; il fattore Russia, causa prima degli aumenti dell’energia e dei prodotti agroalimentari, sta destabilizzando la divisione internazionale del lavoro, perché tutti i players sono alla ricerca di nuovi livelli di produttività, attuando una concorrenza il più aggressiva possibile.

La cura è uguale per tutti: più fondi all’innovazione, più dinamismo tecnologico, nuova vivacità imprenditoriale.

Questa politica industriale vale ancor di più per l’economia italiana, che ha gravi ritardi in materia di tecnologie avanzate, di transizione digitale e di intelligenza artificiale.

Questi temi di politica industriale sono al centro dei due quaderni prodotti dal Dipartimento delle politiche industriale e diffusi da INSIEME. Il Quaderno 1 tratta “Innovazione e ricerca”, il Quaderno 2 “Dove va il capitalismo.

Nei quaderni si sottolinea che, in Italia, il mondo del lavoro è debole e i lavoratori si sono impoveriti. Le politiche attive del lavoro elaborate dai governi che si sono succeduti negli ultimi decenni si sono dimostrate poco efficaci. L’indirizzo di INSIEME è quello di creare valore per un lavoro sostenibile, mettendo al centro l’uomo. Questo significa il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione dell’impresa perché ciò assicura un’autentica loro dignità e consente di esprimere pienamente l’intelligenza di chi lavora. Significa rafforzare la stessa impresa perché tutte le sue componenti trovano le ragioni per un piano coinvolgimento nel partecipare al confronto imposto dalle dinamiche dei mercati e dell’innovazione.

E le risorse del PNRR? Utili per la risposta alla sfida del capitalismo di Stato cinese. È assolutamente necessario avviare e sostenere un piano di transizione tecnologica e gestionale con l’obiettivo di far crescere la competitività globale delle imprese italiane. In primo piano, non può che emergere un grande sforzo destinato ai progetti di formazione-educazione dei lavoratori con il pieno coinvolgimento dei grandi soggetti elaboratori di cultura e d’innovazione, come sono le Università, i centri di ricerca e i laboratori più avanzati, in collegamento coni territori e, quindi, in primo luogo con i Comuni che possono divenire autentici principali attori della loro attuazione.

Tutto ciò presuppone il superamento della logica dei sussidi seguita finora e degli interventi a pioggia, o di quelli che non entrano nel merito della qualità e della sostenibilità dei progetti, oltre che della loro valenza formativa e innovativa. Presuppone, quindi, che siano forniti servizi reali utili alle imprese, ai lavoratori e ai soggetti locali partecipi di un ampio progetto di trasformazione del sistema economico del Paese.

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